La serie delle Cabine telefoniche è caratterizzata in particolare da inquadrature estremamente ravvicinate, con tagli obliqui dal basso in alto che mettono in evidenza solo una parziale visione scorciata dello spazio e della figura che sta telefonando all’interno. Sembrano delle istantanee scattate di nascosto da un detective o magari dei fotogrammi di un film d’azione poliziesco in bianco e nero, che coinvolgono l’osservatore in un’inquietante dimensione di suspense. In queste scene vediamo il protagonista anonimo con la cornetta in mano accanto all’apparecchio immerso in una livida penombra dove il chiaroscuro delle tonalità grigie è vagamente illuminato dai riflessi delle parti metalliche e dalla luce giallastra esterna che filtra attraverso i vetri. C’è qui un’eco della cultura francese di un certo cinema della Nouvelle Vague e dell’enfasi sui particolari di scrittori del Nouveau Roman come Alain Robbe Grillet